Durante la CNO di Venezia, 5 novembre 2021
La legge sull’architettura, quella sul consumo di suolo e sull’urbanistica, quella sulla rigenerazione urbana, una agenda urbana per la costruzione delle città del futuro, le criticità delle norme di attuazione del Pnrr per costruire una visione organica degli interventi, ma anche una maggiore attenzione verso le professioni con specifici interventi in tema di aggregazione professionale.
Confronto a tutto campo, guidato dal Presidente del Consiglio Nazionale, Francesco Miceli, con esponenti del Parlamento in occasione della Conferenza Nazionale degli Ordini che si è svolta nei giorni scorsi a Venezia.
La legge sulla rigenerazione urbana – come ha ricordato il senatore Andrea Ferrazzi, primo firmatario del Disegno di legge 1131, “Misure per la rigenerazione urbana” – “ha fatto un decisivo passo in avanti, grazie ad un accordo raggiunto tra i diversi gruppi parlamentari che porterà alla presentazione di un maxi emendamento che andrà in votazione nella prossima settimana per consentire al provvedimento di essere definitivamente approvato entro i primi mesi dell’anno prossimo”.
“Più in generale – ha detto ancora – è essenziale porre a tema nazionale la questione delle città in una visione olistica dell’urbanistica che sia in grado di colmare l’assenza di dell’agenda urbana.”.
Miceli ha sottolineato la necessità di un dialogo tra la politica e la comunità degli architetti sui temi della professione e del ruolo preminente di interesse pubblico che essa deve avere. “Un dialogo – ha detto – che si basa sui valori e sui principi del nostro operare e sul contributo che possiamo dare alla società e al Paese rappresentando al meglio l’interesse pubblico”
Aprendo il confronto con la senatrice Anna Rossomando, vicepresidente del Senato, il Consigliere nazionale Massimo Giuntoli ha ricordato la predisposizione del Piano nazionale del lavoro degli architetti che evidenzia la necessità di modernizzare la struttura produttiva degli studi superando la parcellizzazione degli studi: nel nostro Paese gli studi hanno in media 1,5 componenti contro la media di 25 in Gran Bretagna.
“Le professioni – ha detto la vicepresidente del Senato – devono essere pienamente inserite nelle politiche del lavoro, coerentemente anche a quanto prevede il Pnrr. Un utile incentivo potrebbe essere rappresentato da politiche di agevolazione fiscale individuandone gli spazi nella prossima legge di stabilità.”