Al Sahara.
Non vi sono luoghi sulla terra all’altezza del grande deserto arabico.
Profeti, tesori, città perdute: Al Sahara è il luogo del soprannaturale, perché solo il soprannaturale può abitare là dove persino i beduini rifiutano di spingersi.
Al Sahara è il luogo dove l’esplorazione si ferma, in cui le umane ambizioni vengono annullate e la vanità sopraffatta, perché il deserto non può essere addomesticato, compreso o misurato. Il deserto può solo essere contemplato, da lontano, nell’auspicio di passare inosservati a sabbie che innumerevoli volte si sono sollevate per reclamare il proprio tributo di vite, civiltà e ricchezze.
Nel deserto la vita è impossibile, ma ai margini del deserto sono possibili fra le più profonde esperienze che l’uomo possa sperimentare. Il gelo, l’arsura, il silenzio ed il canto delle dune, e ancora i miraggi, i tramonti, i cieli tempestati di stelle e, soprattutto, le lussureggianti oasi.
Abitare ai margini del deserto è un privilegio di pochi, ed è proprio da simile privilegio trova origine Desert Accommodation.
Orientato alla progettazione di una guest house a servizio di un nuovo insediamento di grandi ville ai confini di Riad, Desert Accommodation è il concorso di YAC e Jarir Development, proteso ad esplorare il potenziale dell’architettura contemporanea innanzi ad uno fra gli ultimi e più imponenti santuari di madre natura.
Quali le forme dell’ospitalità nel luogo inospitale per antonomasia?
Rispondendo a simile fondamentale quesito, sull’altopiano del Najd, i progettisti avranno l’opportunità di disegnare un’oasi di lusso alle porte del più feroce e fatale deserto del pianeta: un’oasi contemporanea, in cui riposare all’ombra di palme ed alberi da frutto godendo dell’immensa vastità del deserto. Un luogo dove immergersi in una fresca piscina ammirando il tramonto riflettersi su sabbie incandescenti, o, ancora, osservare all’orizzonte il profilo incombente di una tempesta di sabbia, certi del riparo delle architetture circostanti.
Un rifugio per il corpo dunque, ma, soprattutto, un romitaggio per lo spirito, poiché oasi e deserto sono opposti che coinvolgono l’uomo nell’intero spettro della sua complessità e giacché – come recita un antico detto dei nomadi del deserto- : “Dio ha creato le oasi perché l’uomo possa viverci, e il deserto perché possa ritrovare la sua anima”.
Yac ringrazia i progettisti che coglieranno questa sfida.
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