Relativamente al DL Antifrode il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC ha rilevato una serie di criticità. Una di queste riguarda l’ipotesi di proroghe alla scadenze delle varie tipologie di bonus che saranno rese note solo a fine anno quando la legge di bilancio sarà approvata, facendo così mancare quelle certezze indispensabili, sia per il mondo dell’impresa, sia per il mondo della libera professione.
La richiesta del CNAPPC è che vengano affrontate in sede di conversione del DL tutte le criticità, che quotidianamente si riscontrano e che avranno gravi ripercussioni sull’attività dei liberi professionisti, escludendo tutti i contratti in essere nel 2021 dalla nuova normativa antifrode.
Nell’attuale quadro normativo si ricorda che, finché le normative non diventeranno operative, si applicherà quanto al momento vigente. Si rimanda per ulteriori precisazioni FAQ pubblicate sul Sito delle Agenzie delle Entrate.
Il Comunicato Stampa del CNAPPC
“Mentre ben comprendiamo la sacrosanta necessità di limitare gli abusi connessi all’utilizzo del Superbonus, non possiamo che ribadire come tempi e modi previsti dal DL antifrode provocheranno sicuramente numerosi problemi a quei professionisti che sono già impegnati nei lavori. Il meccanismo di gestione dei bonus rischia di compromettere e di rallentare il loro lavoro, mentre i costi aumenteranno, poichè le asseverazioni o le modifiche dovranno essere svolte da professionisti che mettono a disposizione le loro competenze. Tutto ciò è aggravato dalla situazione di incertezza dovuta ai possibili cambiamenti di scenario nella conversione del DL antifrode e nella stessa approvazione della Legge di Bilancio”.
Così Francesco Miceli, Presidente del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori.
Ed è proprio relativamente al DL antifrode che il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC rileva una serie di criticità. Tra queste, quella di carattere più generale riguarda l’ipotesi di proroghe alla scadenze delle varie tipologie di bonus che saranno rese note solo a fine anno quando la legge di bilancio sarà approvata, facendo così mancare quelle certezze indispensabili, sia per il mondo dell’impresa, sia per il mondo della libera professione.
L’obbligo dei nuovi adempimenti, anche per i lavori già avviati e in corso di ultimazione, comporta la revisione dei contratti e la loro rinegoziazione economica che potrebbero creare conseguenti ed inevitabili contenziosi tra imprese, contribuenti e professionisti.
Da non sottovalutare, inoltre, l’insorgere di problemi connessi con gli inevitabili ritardi nei pagamenti relativi alla cessione del credito dovuti al necessario tempo tecnico con la conseguenza di generare seri problemi di liquidità a professionisti e imprese.
“La nostra pressante richiesta – conclude Miceli – è che queste e le altre criticità, che quotidianamente si riscontrano e che avranno gravi ripercussioni sull’attività dei liberi professionisti, vengano affrontate in sede di conversione del DL, escludendo tutti i contratti in essere nel 2021 dalla nuova normativa antifrode”.